Nino Bellitto – I colori e i sapori dell’anima


POESIE
A mia madre  –   I miei pensieri  –   Non mi fermo a pensare  –   Se vuoi  –   Vento  –   In attesa di quel giorno   –   Con le mani  –   Strada facendo  –   Tutto mi avvolge  –   Momento felice  –  Canto di cicale  –  Partendo  –  Il tempo  –  Vorrei  –  Incoscienza  –  I tuoi sogni  –  Questa vita  –  Piange il cielo  –  Donne  –  Futuro  –  I giorni


Nino Bellitto è nato a Sambuca di Sicilia dove vive con la sua famiglia. Diplomato presso l’Istituto d’Arte di Sciacca,ha partecipato a diverse collettive di pittura e rassegne “poeti e pittori Sambucesi”. Da sempre appassionato di scrittura. Si è dedicato al teatro, alla poesia e alla pittura. Socio fondatore, consigliere, scenografo ed attore del gruppo teatrale “Adranon” di Sambuca, ha portato sulle scene diversi lavori, editi ed inediti, riscuotendo sempre notevole successo ed apprezzabili consensi. Ha collaborato con lo scrittore Enzo Randazzo alla riduzione teatrale del romanzo “La Nana” di E. Navarro della Miraglia. Ha scritto, inoltre, diverse gag, un centinaio di poesie e otto commedie. Nel 1999 ha partecipato alla prima rassegna di poesia città di Naro, classificandosi al primo posto con la poesia “Rumore del mio silenzio”. Ha vinto tre edizioni e due terzi posti, partecipando, alla rassegna di poesia intitolata alla memoria del musicista “G. Matteo Rinaldo” . Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo “Ali, Malika i sapori e i colori del Mediterraneo” – in atto sta lavorando ad una raccolta di racconti dal titolo “Storielle Sambucesi, ricordi d’infanzia e… oltre”; ad un romanzo
“Due delitti quasi… perfetti”, ed infine il quadernetto di poesie
“I colori e i sapori dell’anima”


“Ti criticheranno sempre,

paleranno male di te e sarà difficile

che incontri qualcuno

al quale tu possa piacere così come sei.

Quindi vivi, fai quello che ti dice Il cuore,

la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali:

canta, balla, ridi e vivi interamente ogni giorno della tua vita

prima che l’opera finisca senza applausi.“.

Charlie Chaplin


PREFAZIONI

Le poesie di Nino Bellitto ci introducono nel mondo dei suoi pensieri, delle sue emozioni, rappresentano il resoconto meditato dei momenti di abbattimento e di ripensamento di un uomo che ci apre le porte del suo cuore. Poesie espresse in un modo personale,allusivo e metaforico,ci invitano a riflettere sullefficacia del ricordo, sul recupero attraverso la memoria di volti amati e cari, di sensazioni ormai credute perdute.
Traspare nei suoi versi il senso di mistero della nostra esisten-za,l’importanza di chi, per questo fratello, non sa rispondere ai numerosi interrogativi che lo tormentano. Lo stillicidio dell’a-marezza e del dolore è però riscattato dalle sue sconfessate speranze che per un attimo sembrano dare felicità. Noi lettori, pervasi dal fascino di questi versi caldi e umani, percorriamo insieme a lui i sentieri tortuosi della sua anima e seguendo il percorso delle sue emozioni, gioie e malinconie ci inoltriamo in un cammino che ci può dare ancora la possibilità di vivere, di amare e sognare.

Prof.ssa Rosaria Tutino
Docente del Liceo delle Scienze Umane
di Sciacca

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Leggendo il titolo che l’autore ha scelto di dare alla raccolta delle poesie, si ha la sensazione di entrare in un mondo variegato ed altalenante che sicuramente rispecchia il vissuto dell’uomo autore. Le poesie infatti proiettano al lettore delle diapositive e dei flashback che evidenziano il contrasto e la problematica convivenza con il mondo che ci circonda e con le emozioni e stati d’animo che ombreggiano la vita contemporanea del poeta. Ogni poesia racconta i colori autobiografiche, come in un arcobaleno, sfumano raggiungendo talvolta gradazioni a noi impensabili о addirittura inquietanti.
L’autore però, attraverso ossimori, metafore e sinestesie che rendono ancora più incisive e profonde le sensazioni descrit-te, spera che si possa realizzare un cambiamento nel proprio percorso esistenziale, come artista che dipinge il quadro della propria vita secondo le proprie aspirazioni e sentimenti. In ogni produzione difatti l’autore echeggia e trasmette al lettore una speranza: che ognuno possa spalancare la porta della propria vita, del cuore e dell’anima per andare incontro a quella fetta di felicità che dovrebbe spettare a ognuno di noi per poter godere pienamente di porzione di luce che dovrebbe investire tutti. Auguri di cuore. Con tanto affetto e sincera stima

Prof.ssa G. Ventimiglia
ex Doc. del Liceo Scientifico e L.S.U.
di Sciacca

 

 


PRESENTAZIONE

Leggere le poesie di Nino Bellitto è come sfogliare un album di fotografie, il lettore vi coglie intense sensazioni, percezioni istantanee di ricordi, rimpianti e sofferenze scorci di paesaggi interiori. Con spontaneità compositiva il poeta segue un percorso di scavo all’interno della propria anima alla ricerca di sé, narrandosi ora come amico, ora come compagno, ora come figlio, ora come attore, ma soprattutto come uomo. Emerge dalla lettura delle poesie una connaturata ed instancabile attività, quella di pensare, riflettere indagare giorno dopo giorno sui fatti, sulle esperienze, sui sentimenti, sui sogni, sui desideri, sulle speranze. Centro dell’ispirazione poetica è sostanzialmente la riflessione sul travaglio della condizione esistenziale che grazie alla poesia riesce a trasformarsi in canto d’amore e di speranza.
Alcuni dei principali temi cari all’artista ritornano ossessivamente: la donna e l’amore, il dolore e la speranza,la fugacità del tempo e il ricordo, il tormentato rapporto con gli altri minato da incomunicabilità, delusioni ed ipocrisie; tematiche che spesso coesistono e si intrecciano all’interno della stessa lirica. La raccolta non procede seguendo un ordine cronologico o tematico, tuttavia è possibile cogliere una sottile significativa corrispondenza tra il primo e gli ultimi componimenti poetici.
Della figura femminile non ci appaiono aspetti fisici. Non sembra che il poeta voglia ispirarsi ad una donna ideale ma ad un ideale di donna. È una donna che comunica con i suoi profumi, con il calore della sua mano, con i suoi sguardi accesi e penetranti, con le lacrime ora brillanti ora calde, con parole non dette ma sussurrate, con i vari moti dell’animo che segnano il ritmo dei respiri e dei battiti del cuore. È una donna sempre presente a confortarlo nei momenti più cupi, a dargli la forza di andare avanti; è lei a “sostenere/ il…lento ed affannoso/ passo “(Ancora tu); è una donna che conosce profondamente i palpiti del suo cuore, dalla quale basta un semplice sguardo un abbraccio perché egli possa sentirsi compreso e trovare ,nell’ebbrezza e nella tenerezza del reciproco abbandonarsi, la tanto sofferta e sospirata pace interiore.
Della donna come unica ancora di salvezza, solo certezza, egli urlerà il nome per sempre, alla ricerca di quella conferma che non faccia vacillare la propria volontà; perché pur ritenendosi inerme, “vittima (di questo) amore”, non può e non vuole farne a meno. I versi cantano un amore che è nel contempo “passione” e “castità ” e “bianco” e “rosso”, travagliato sentimento che vive di alterne vicende, di tristi ricordi così come i petali sparsi sulla via ” lungo il sentiero dell’amore” dove la potente forza del vento riesce a spazzare via malinconie e tristezze.
L’amore come un fragile fiore, che il poeta desidera custodire, invitando la compagna a seguire lesempio, a non dare spazio a rancori ed ombre,a non permettere che il dolore, l’usura del tempo possano indebolirlo lasciandone sfiorire la bellezza iniziale a lei si rivolge con il timore di rimanere “perduto nel tempo/ dell’amarezza”. Sarebbe sufficiente affidarsi agli effetti benefici dell’inesorabile trascorrere del tempo che può annullare e seppellire nel suo vortice anche quelle incomprensioni e quei dissapori, che turbano e tormentano il rapporto d’amore lungo il percorso accidentato della vita; ciò può accadere, però, solo se si tratta di un Amore vero, unico antidoto alle sofferenze, strumento per sopravvivere alla morte.
Nelle liriche, in cui risulta più marcato il contrasto tra sofferenza e speranza, notte e giorno , buio e luce, alcuni termini ed espressioni ricorrenti evidenziano il costante misurarsi dell’uomo con il dolore e definiscono una visione negativa, sofferta, addirittura devastante dell’esistenza come in “
Danza senza tempo”, “Ferito”, in “Dimmi se” non manca, poi, l’uomo visto nei momenti del dubbio, alla ricerca dell’altrui conferma per conoscersi meglio, per sapere se è ancora capace d’amare. I temi della sofferenza e del disagio esistenziale prendono forma nella creazione di martellanti domande in una continua, arrovellante ricerca di un “perché” che riesca giustificare esperienze ancora inspiegabili, vissute in prima persona e non solo, oppure nell’uso frequente di puntini di sospensione a significare il senso del vuoto, lo smarrimento,le attese. Tale fase trova il suo momento alto ed acuto nelle poesie dedicate alle morti premature di un giovane (“Tristezza”, L’ultima volta che ti ho visto”, “Mi fermo a pensare”, “A Gian Matteo”, “Sarai”, “E penso a te”, “Straniero fra le stelle” e di un compagno della fanciullezza (” A Lucio ” ). Al dolore e allo sgomento, causati da avvenimenti che lacerano l’anima, si accompagna anche la paura dell’ignoto: un’ombra, una sagoma indistinta, un fantasma incombente ed ingombrante, oscure inquietudini lasciano con il fiato sospeso e turbano la serenità dell’autore in liriche quali “Ombra’»Camminare” e “Pensiero”. Eppure, in fondo al tunnel di pensieri non sempre positivi, appare una luce, simbolo di evento salvifico tanto atteso quanto incerto, nel momento in cui si fa strada il timore di non riuscire a farcela e ritorna implacabile la sensazione della precarietà connaturata all’essere umano che fa a pugni con la persistente tenacia della volontà (“Attaccato ad un filo”).
Anche qui, a soccorrere l’uomo sofferente interviene il potere del tempo, in quella dimensione positiva di unica medicina ai mali, il tempo che con il suo trascorrere è in grado di lenire i dolori e rendere meno evidente e insanabile il contrasto tra la sofferenza e la speranza, e allora il ricordo di ferite ancora brucianti si fan man mano più sfumato e il tempo viene percepito come balsamo, “come rugiada/su petali/in attesa”  (L’andare del tempo). Altro tema di rilievo è la ricerca di autenticità nei rapporti umani. Le parole, considerate, vane, inutili, feriscono, creano confusione, rendono impossibili ed inefficace ogni forma di comunicazione, ogni disponibilità alla comprensione; varie esperienze di rapporti insinceri e deludenti inducono spesso il poeta a desiderare la solitudine. Come se alla sua estrema sensibilità e alla sua profonda umanità non avesse trovato adeguato corrispettivo, l’Autore nella solitudine trova la dimensione autentica di se, quasi convinto che gli altri non riescono a capire e si mostrano indifferenti ai moti del suo animo tale dolorosa incomunicabilità lo porta al paradosso riscontrabile agli ultimi ed enigmatici versi della poesia “Se io potessi” : “se io potessi amarmi/ mi amerei da solo”. Eppure, anche il tema della solitudine si arricchisce di trepidazione per possibili e sospirati eventi; alla solitudine, desiderata come conquista della pace e allontanamento dal frastuono della vita si contrappone una solitudine accompagnata dai sussulti del cuore nell’attesa di qualcuno che forse non verrà (“Rumore del mio silenzio” ).
Desideroso di contrastare l’inspiegabile difficoltà degli uomini a comprendersi fra loro, il poeta si aggrappa con tenacia alla bellezza della verità, all’autentica bellezza della verità (“La verità è”): occorre insistere affannosamente fino a conquistarla, anche se essa sembra apparire all’improvviso, in un istante, per poi scomparire e confondersi e infine negare la serenità promessa ed attesa dal cuore. Talvolta la soluzione sta in un luogo agognato a cui tendere; l’Autore si trasporta in luoghi immaginari,nei quali “amore incontra altro amore”, i desideri vengono appagati e finalmente la parola diventa inutile (” Dove ti porterei”).
Giorni burrascosi a giorni meno tristi, i versi offrono una vasta gamma di sensazioni e sentimenti, note più dolenti subentrano a quelle fortemente struggenti, quando il poeta, nell’abbandonarsi ai ricordi ,sente più forti il senso della fugacità del tempo e la nostalgia per la giovinezza ormai trascorsa, il dolore per alcuni istanti si addolcisce e dà spazio alla malinconia ed ai rimpianti (“Campana”).

Marginalmente viene toccato il tema della fede; fede vissuta non come conquista spirituale e consolatoria, ma come esperienza collettiva; fede che non illumina il tortuoso viaggio della vita, ma che assume la festosità della gioia corale nel giorno dedicato alla Vergine Patrona, gioia collettiva altrove sognata (“Arriverà”, “Libero teatrante”). Alla visione sofferta dell’esistenza fanno eco, però, convinzioni positive ed incoraggianti. in primo luogo trova posto il valore dell’amicizia ‚quella vera che “è per sempre” un nobile sentimento custodito come un grande ed inestimabile tesoro, il  ricordo di un vero amico è dolce non fa soffrire come accade, invece, quando i ricordi riaccendono il dolore (“A Teresina”).

Altre sincere e profonde immagini e rasserenatrici si incontrano quando l’artista entra in contatto con la Natura; immerso in essa, si ritiene difficile comunicare con gli uomini, facilmente dialoga con gli elementi rappresentativi dei suoi stati d’animo più intensi, sono i suoni e i colori della natura con cui sente di vivere in fratellanza: il vento, la rugiada, la stella ,il profumo di zagara, il mandorlo in fiore, la sabbia, l’acqua, l’onda, l’infinito azzurro del mare, il sole d’aprile, i campi di grano ,la schiusa dell’ultimo fiore, il cinguettio degli uccelli, tutto trova spazio tra i versi e ne contrasta talvolta il sapore amaro ( “Stella”, “Questa è musica”).

Ai versi di alcune liriche, da ” Tutto mi avvolge” e “Con le mani” a “I colori della vita” e “Frammenti e pensieri” l’autore affida il suo messaggio di speranza: in “Tutto mi avvolge” lo vediamo speranzoso alla ricerca di nuove vere e profonde emozioni, che rivelino il senso della vita spesso smarrito nel grigiore della quotidianità, un grigiore destinato poi a scomparire nel tripudio de “I colori della vita”. La vita va assaporata nella sua pienezza ,si può tornare a sorridere fermandosi “nel ricordo più bello” (“Fermati…) o trovando “lo spazio / che meritano/ la vita e l’amore/ per tutte le cose” (1), oppure confidando fiduciosi nel domani; e allora, l’attesa, il sogno, la speranza si impongono all’incredulità e al dubbio: è il “senza arrendersi” della poesia “In attesa di quel giorno”. Si tratta, tuttavia, di una speranza responsabilmente legata alle libere scelte che l’uomo, creatore del proprio destino, deve compiere con consapevolezza dal momento che, nella realtà di tutti i giorni, è chiamato a confrontarsi e a rispondere, nel bene e nel male, delle sue azioni (“La vita”). In maniera più o meno esplicita un sogno resta inappagato: sarà forse il desiderio di calcare il palcoscenico più volte di quanto non abbia potuto fare? Forse. Il teatro,se da un lato probabilmente costituisce l’ultimo sogno nel cassetto (“Con le mani”),il sogno inappagato, dall’altro rappresenta il paradigma dell’esistenza. Come attore della sua vita e come attore sul palcoscenico il poeta si aspetta dagli altri approvazione in quanto certo di recitare al meglio la sua parte, tante volte studiata sul copione sudato e stropicciato perché troppe volte lo ha sfogliato e ripassato, rigorosamente ligio al suo dovere di uomo prima che di attore.
E finalmente la fragilità e la sconsolata contraddittorietà della sua esistenza approdano nel porto sicuro dell’abbraccio materno. A conclusione della silloge, nell’intensa e profonda poesia “A mia madre”, preceduta da “Ti ascolto”, appare delicata una figura materna, grazie alla quale al lettore viene svelato il segreto della comunicazione più vera ed efficace, quella del silenzio eloquente dell’amore. Una poesia quella di Nino Bellitto, intima e soggettiva costruita su un costante dolceamaro colloquio tra lio ed il mondo che lo circonda. La raccolta si fa apprezzare ed emoziona il lettore poiché e facile vedervi riflessa la fatica dell’essere che tutti accomuna. L’autore attraverso la variegata gamma dei colori della sua tavolozza – colori ora cupi e tristi,ora malinconici e nostalgici, ora accesi e luminosi – rappresenta le varie sfaccettature dei suoi sentimenti, delle sue sensazioni ,dei diversi stati d’animo.
Dietro l’apparente semplicità non mancano echi letterari più o meno consapevoli, le frasi spezzate ed i frequenti enjambements si accordano all’immediatezza delle immagini e delle suggestioni evocate; alcune poesie presentano un linguaggio duro, asciutto che racconta momenti di profonda angoscia e di dolore intenso: “Ferito”, “Anima strappata”, “Sono stravolto”, “Tempesta”; a queste si contrappongono immagini solari e bagliori di luce come ad esempio in “Incanto”. Lo stile che si avvale di figure quali onomatopee, sinestesie, ossimori, anafore, allitterazioni, rispecchia il travaglio dell’uomo alla ricerca di chiari orizzonti che rispondono all’esigenza di un’indole sostanzialmente pacifica e generosa. E sicuramente un uomo riservato Nino Bellitto, una persona che vorrebbe custodire gelosamente la parte più intima di sé per poi consegnarla a noi attraverso i suoi versi, ai quali affida l’arduo compito di suscitare ancora emozioni che diano un senso alla vita, nel tentativo di superare e risolvere la comune condizione conflittuale dell’esistenza.
Con stima e vera ammirazione

Prof.ssa Lina Taibi
Docente Liceo Scienze Umane
di Sciacca


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A MIA MADRE

Dolce è il tuo respiro
brillanti i tuoi occhi
cerulei.
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Ti trovo sempre assorta
in pensiero
mi guardi
e dopo lunghi silenzi
mi chiedi
con la voce della tua anima
dei miei figli
con la pazza paura
di non vederli più.
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Pensieri
pensieri di nonna e di madre,
con le lacrime agli occhi
ci scrutiamo
ed è come guardarci dentro
e capire le gocce d’amore
che ci legano.
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A te, mamma
dedico queste misere parole
In un giorno senza tempo.

TORNA SU

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I MIEI PANSIERI

Conosci i miei pensieri?
Vuoi forse spogliarmi l’anima?
Non guardarmi con gli occhi strani
fissi nel nulla.
Stringimi
stretto stretto al calore del tuo corpo
e cancella il rimpianto
di essere stata avvolta
da un velo ruvido e pesante.

TORNA SU

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NON MI FERMO A PENSARE

L’orizzonte lontano mi appare
oltre l’infinito azzurro del mare
non mi fermo a pensare.
In ascolto …
sento solo la salsedine
bagnare il mio viso.
Non mi fermo a pensare
ferito dal tiranno tempo passato
e mentre un onda bagna
le mie gambe
sento un brivido
dentro il cuore.
Mi prendi per mano
e mi strascini sulla sabbia infuocata.
Non mi fermo più a pensare,
l’ululato del vento
avvolge i nostri corpi
per fondersi
in un’unica persona.

TORNA SU

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SE VUOI

Se vuoi
guarda dentro il mio cuore
cè tanto tanto amore.
Se vuoi
chiudi gli occhi,
cancella i tristi ricordi
e spargi di petali di rosa
la tua via.
Se vuoi
corri veloce
lasciati dietro
distanze immense
e … nell’allontanarti,
se vuoi,
spegni l’odio
di un tempo passato.

TORNA SU

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IL VENTO

Vento
che ondeggi nei campi di grano,

che curvi la spiga
e che a volte spezzi.
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Vento
che alzi granelli di sabbia,
che scuoti l’oceano,
che scoperchi tetti e tutto spazzi via.
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Vento, amico mio,
porta lontano
la mia malinconia
e guidami
lungo il sentiero dell’amore.

TORNA SU

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IN ATTESA DI QUEL GIORNO

Aspetto
senza arrendermi
fino a quando
il drappo rosso
non si aprirà.
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Aspetto
con il cuore in gola,
la gioia di quell’attimo
nel ricordo di una memoria
dura a morire.
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In quel giorno il cuore
si gonfierà e si riscalderà.
Finita l’attesa e la sofferenza
penso che l’emozione si farà spazio.
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La gente prima applaudirà
e in palpitante attesa aspetterà
un mio monologo:
sulla vita vissuta,
sui rimpianti,
sulle delusioni,
sui castighi,
sulle follie,
sui rimorsi
e sui sogni non realizzati.
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In mezzo a tanta sofferenza
spero di trovare lo spazio
che meritano
la vita e l’amore
per tutte le cose.

TORNA SU

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CON LE MANI

Con le mani
calde di speranza
raccolgo
brandelli di sogni
che lentamente sento
scivolare via.
Ad un cassetto
custodito da molto tempo,
affido l’ultimo
mio sogno.

TORNA SU

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STRADA FACENDO

Spero
di trovare
nel profondo del mio animo
quella pace
che allontani

il deserto e il vuoto
che si annidano

dentro il mio cuore.
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Strada facendo
cercherò di evitare vie desolate,
piazze affollate di sofferenza,

giorni di paure
e di solitudini velate

da amari pensieri.
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Strada facendo
forse capirò
che la vita corre veloce
e non avrò tempo per i rimpianti.

TORNA SU

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RICORDO

Scaturisce musica
dalle crepe del cielo
folgori e tuoni
e ti ho vissuto
attimo
Pensiero dolce
Bene lontano
stendo le mani
a sfiorarne il ricordo.

TORNA SU

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MOMENTO FELICE

Chiudere gli occhi
rivivendo
un momento felice
che celermente
sfugge al pensiero.

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CANTO DI CICALE

L’estate limpida
e vera sbiadisce
lasciandomi incredula
i fiori chinano il capo
le cicale non cantano più
siamo in preda ai venti.
Ora
sulla riva del mare grigio
cerchiamo conchiglie.
Tremano le mani
portandole all’orecchio
per sentirne la risacca
e l’eco
di un canto lontano.

TORNA SU

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