Astrazione su muri – Pag. 1

Quale differenza corre tra  fare un’opera d’arte e scoprire qualcosa che sembra, che potrebbe essere un’opera d’arte? La risposta puo’ venire solo da un’analisi del processo interpretativo di una forma, guardare, capire, gustare una forma vuol dire soltanto riconoscere dei rapporti organici, identificare nel vivo della materia una legge che faccia corpo con essa e si manifesti grazie ad essa. Capire una forma vuole dire interpretarla e cioè ripercorrere il processo che vi ha posto capo: quindi individuare, all’origine della forma, un’intenzione formativa e seguirne l’avventura, il decorso, ripercorrere il processo vivo che ha portato dallo spunto iniziale alla forma compiuta, comprendendo allora, e solo allora, perché la forma è riuscita cosi e perché doveva riuscire cosi.

Da sottili e lucide fenomenologie di questo tipo comprendiamo dunque come sia importante, davanti a un oggetto da interpretare come opera d’arte, pensare dietro ad esso, dentro di esso, un’intenzione, la presenza di un’autore. Senza questa presunzione iniziale l’oggetto rimarrebbe qualcosa di morto , di muto: in altri termini, diremo, si puo ‘parlare di arte solo come fatto umano.

Umberto Eco: “Di foto fatte sui muri


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